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OSSERVAZIONE ISTITUZIONALE

Markus Muntean & Adi Rosenblum, 2001. © Christie's Images/Bridgeman Images.
Crediti: 15 ECM
Costo: 60 €
Durata corso: 15h
Docente:

Mario Perini psichiatra, psicoanalista SPI, consulente d’organizzazione, socio fondatore e direttore scientifico Il Nodo Group

Responsabile corso:

Elena Camerone Psichiatra e psicoterapeuta

Concluso

OSSERVAZIONE ISTITUZIONALE

Razionale scientifico

Obiettivo formativo del corso è osservare le istituzioni, in particolare nelle loro parti “nascoste”: una metodologia essenziale per conoscerle, gestirle, cambiarle e per aiutarle a funzionare meglio e con meno costi umani. Tale metodologia viene descritta nei suoi aspetti teorici e applicativi.
Nelle organizzazioni lavorative gli obiettivi per i quali le persone operano sembrano chiari ed espliciti. Vi sono però altri bisogni, emozioni ed ansie di cui non c’è consapevolezza e che interferiscono, a volte pesantemente, con la “missione” dell’impresa o con i compiti istituzionali. Ci rendiamo conto di questo fatto quando scopriamo inaspettatamente in noi stessi o negli altri delle resistenze al cambiamento o quando ci rendiamo conto che i sistemi di regole che governano le organizzazioni vengono spesso utilizzati per mascherare rapporti di potere e di autorità che passano così completamente inosservati.

Come descritto nel volume di Mario Perini L’Organizzazione nascosta, è quindi particolarmente utile esplorare e comprendere più a fondo la dimensione emozionale celata nelle “zone d’ombra” dei processi istituzionali, delle relazioni di ruolo, dell’autorità, della leadership, dei meccanismi decisionali e gestionali che operano nei gruppi e nelle organizzazioni, con un’attenzione particolare alla loro capacità di promuovere o al contrario di ostacolare il compito istituzionale e le trasformazioni innovative.
L’osservazione istituzionale, nella sua forma partecipe e non-interferente, rappresenta un valido metodo di indagine, derivato dall’elaborazione di tecniche applicate con successo all’esplorazione delle relazioni terapeuta-paziente e madre-bambino oltre che del funzionamento dei piccoli gruppi.
Le sue radici teoriche si ritrovano essenzialmente in due filoni concettuali: quello dell’”osservazione partecipe” elaborato da Sullivan, fondatore dell’approccio interpersonale in psichiatria e in psicoanalisi, e quello dell’infant observation, introdotta da Esther Bick nel 1948 alla Tavistock Clinic.

Harry Stack Sullivan nel suo libro Il colloquio psichiatrico (1953) presenta il terapeuta come un “osservatore partecipe” impegnato in una situazione interattiva col paziente e sottolinea come il significato delle azioni umane non possa essere compreso solo attraverso operazioni intellettuali, ma soprattutto a partire dalle passate esperienze emozionali dell’osservatore. Per Sullivan il terapeuta contrae un coinvolgimento inevitabile in tutto quello che succede nel colloquio; e nella misura in cui non è consapevole o è ignaro della sua partecipazione, non si rende conto di cosa stia succedendo. In breve, egli sposta l’enfasi dall’osservazione del paziente basata sul transfert all’osservazione del paziente e dell’analista in interazione sulla base della matrice transfert-controtransfert.

Note sulla osservazione del lattante nell’addestramento psicoanalitico è il titolo del celebre saggio di Esther Bick del 1964, incluso come un capitolo del volume L’osservazione diretta del bambino, dove l’autrice descrive il metodo dell’Infant Observation come strumento di ricerca e di esplorazione della relazione tra la madre e il bambino, ma anche come metodo di training degli psicoterapeuti infantili e degli psicoanalisti. Bick sostiene che per la formazione alla psicoterapia dei bambini – ma anche degli adulti – ai terapeuti occorrono capacità e conoscenze specifiche che possono svilupparsi a partire dall’osservazione dei lattanti e dell’evoluzione della loro relazione con la madre (senza peraltro interferire con essa), in particolare la capacità di intuire i vissuti del loro paziente, di “percepire il neonato che era stato e che continuava a vivere in lui” e di comprenderne il comportamento non verbale. Come per Sullivan – e sotto l’influsso evidente dell’antropologo Bronislaw Malinowsky – anche secondo Bick l’osservatore deve essere “partecipe”, dunque non portatore di uno sguardo freddo, oggettivo e distaccato, ma in grado di provare un “impatto emotivo” da ciò che osserva.

Da queste precedenti ricerche muove l’approccio elaborato da Robert D. Hinshelwood e Wilhelm Skogstad nel loro libro Osservare le organizzazioni. Ansia, difesa e cultura nei servizi sanitari,
che descrive il metodo dell’osservazione istituzionale e le sue applicazioni. Questo metodo offre all’osservatore la possibilità di riconoscere le culture istituzionali inconsce e le forme in cui queste si manifestano nel comportamento dei singoli, dei gruppi e dell’organizzazione nel suo insieme. Ciò consente di studiare il funzionamento dei gruppi di lavoro e le risposte degli individui alle pressioni legate alla necessità di svolgere un compito o di affrontare un cambiamento, le ansie emergenti e le relative difese.
Il libro curato da Hinshelwood e Skogstad, presentando varie esperienze osservative svolte da diversi autori in alcune piccole unità operative all’interno di istituzioni più ampie appartenenti all’area dei servizi sanitari e sociali, mostra come le conoscenze ottenute con questo strumento possano contribuire a superare certe criticità organizzative.

Obiettivo dell’osservazione è dunque il riconoscimento e la comprensione dei processi latenti, inconsci e non-razionali che influenzano le relazioni interpersonali, intergruppali e intersistemiche all’interno di un’organizzazione, provocando disagio, perdita di efficienza e di creatività, resistenza al cambiamento e talvolta il fallimento nel perseguire gli scopi desiderati. Questa comprensione è essenziale per chiunque operi in un’organizzazione e intenda svolgere il proprio ruolo in modo efficiente ed efficace e con la dovuta attenzione per il “fattore umano”. L’osservazione istituzionale è inoltre un importante strumento per chi voglia operarvi come consulente, poiché permette di conoscere l’istituzione più “dall’interno”, di apprendere non solo teoricamente ma attraverso un’esperienza emozionale diretta, al fine di formulare ipotesi di lavoro sulla natura dei problemi individuati e di contribuire ad elaborare proposte di soluzione.

Programma

Studio dei testi:

Robert D. Hinshelwood, Wilhelm Skogstad (a cura di), Osservare le organizzazioni. Ansia, difesa e cultura nei servizi sanitari, Ananke, 2005

Mario Perini, L’organizzazione nascosta. Dinamiche inconsce e zone d’ombra nelle moderne organizzazioni, Franco Angeli, 2015

Esther Bick, Note sull’osservazione del lattante nell’addestramento psicoanalitico, in Susan
Isaacs et al., L’osservazione diretta del bambino, a cura di Vincenzo Bonaminio e Bianca Iaccarino, Bollati Boringhieri, 1984, pp. 70-89

Lettura consigliata:
Harry Stack Sullivan, Il colloquio psichiatrico, Fioriti, 2017, cap. 1, pp. 1-18