Vincenzo Villari Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino
Elena Camerone Psichiatra e psicoterapeuta
Il corso intende proporre una riflessione sulle dimensioni individuali e sociali dell’identità attraverso lo studio di un testo di Giovanni Jervis e la lettura di tre brevi testi letterari.
Giovanni Jervis nel suo libro del 1997 La conquista dell’identità affronta un tema centrale per l’individuo e per la società. L’identità individuale e collettiva è oggi argomento critico per la grande quantità di stimoli e cambiamenti a cui tutti siamo sottoposti e che rendono necessario da un lato un forte “ancoraggio” e dall’altro capacità evolutive talvolta anche frenetiche. L’identità è la possibilità di riconoscersi ed essere riconosciuti dagli altri quindi ha una componente intrapsichica e una sociale. Questa consiste nel modo in cui gli altri ci percepiscono e dal rimando che ci danno della loro percezione che, quindi, si confronta con l’immagine che ciascuno ha di sé. Altro aspetto della componente sociale dell’identità è rappresentato da quello che ciascuno pensa di come gli altri lo percepiscano. Per la definizione della componente intrapsichica è fondamentale la dimensione diacronica che coincide con la biografia e la capacità di narrarsi (identità narrativa) il cui corrispettivo sociale è rappresentato dalla riconoscibilità che persiste, nonostante gli inevitabili cambiamenti che avvengono nel tempo. Vi è un continuo scambio tra queste due dimensioni talché la continuità intrapsichica si basa anche sulla riconoscibilità sociale che contribuisce a dare il senso di sé. Il problema dell’identità va oltre la dimensione individuale e riguarda entità sovra individuali (i gruppi, le nazioni, le popolazioni, ecc.) e costituisce la base per la definizione dell’identità etnica.
I seguenti testi garantiscono un approfondimento sia di tipo clinico, sia in una prospettiva più ampia e multidisciplinare delle tre dimensioni identitarie prima presentate: quello che uno pensa di sé, quello che gli altri pensano di noi, quello che uno pensa che gli altri pensano di lui.
La metamorfosi di Franz Kafka. Il brutto sogno di Gregor Samsa non svanisce con il risveglio diventando così una convinzione identitaria presto condivisa anche dai familiari. La sua nuova identità così lo imprigiona e risulta talmente inaccettabile e odiosa per tutti che i suoi familiari giungono all’atto estremo di eliminarlo.
I baffi di Emmanuel Carrère. Il protagonista si taglia i baffi un po’ così, un po’ per stupire Agnès, la moglie, che però non mostra alcuno stupore e gli dice che non ha mai avuto i baffi. Aspettando che il gioco finisca, l’uomo vede con crescente stupore che anche amici e colleghi negano che lui li abbia mai avuti. Così cresce il malessere che diventa angoscia quando Agnès, col fare risoluto di chi vuole porre fine a un capriccio, raschia via i baffi dalla foto della carta d’identità. Da qual momento l’angoscia cresce e dilaga oltre i confini del sé, così l’identità si disperde nel mondo fino a giungere a conseguenze estreme.
La panne di Friedrich Dürernmatt. Il rappresentante di commercio Alfredo Traps si trova per caso in compagnia di persone che trascorrono il loro lento tempo da pensionati facendo un gioco di simulazione di processi storici. In cambio della cena egli dovrà fare l’imputato: la sua identità cade, così, in un gioco di rimandi surreali in cui perde il rapporto con la realtà. L’azione progressiva, e forse anche un po’ sadica dei suoi ospiti, lo porta in una condizione di totale alienazione, vittima di un gioco forse in origine anche bonario, ma troppo sottile – e implacabile – per lui che non riesce a coglierlo per quello che è. Quindi quella che i suoi occasionali compagni di gioco ritengono essere la sua identità transitoria utile al divertimento di una sera, diventa per lui talmente vera da spingerlo all’estrema conclusione. Gustosissimo e macabro il commento dei compagni che lo rimproverano di aver rovinato il divertimento: “Alfredo, mio caro Alfredo! Ma cosa ti sei messo in testa, santo cielo? Ci rovini la più bella serata della nostra vita!”.
In questi tre brevi deliziosi racconti vengono magistralmente descritte le tre dimensioni identitarie prima enunciate: Gregor Samsa si sente insetto convincendo tutti, ben oltre gli affetti familiari; Agnès e i suoi amici pensano una cosa non vera spingendo, così, il protagonista all’autodistruzione; Alfredo Traps è talmente devastato da quello che pensa che i suoi compagni pensino di lui da perdere completamente la lucidità e maturare la profonda convinzione di essere un criminale. E tutte e tre le storie si concludono con la morte, inevitabile conseguenza della dissoluzione dell’identità.
Studio dei testi:
Giovanni Jervis, La conquista dell’identità, TheDotCompany, 2020
Franz Kafka, La metamorfosi, BUR, 2013
Emmanuel Carrere, I baffi, Adelphi, 2020
Friedrich Dürrenmatt, La panne. Una storia ancora possibile, Adelphi, 2014