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ETICA DEL CONFLITTO E LOTTE FRATRICIDE

Jacques-Louis David, "Il giuramento degli Orazi", 1784. Bridgeman Images.
Crediti: 1 ECM
Costo: gratuito
Durata corso: 1h
Docente:

Maurizio Bettini, classicista e scrittore, Direttore del Centro “Antropologia e Mondo antico” dell’Università di Siena

Responsabile corso:

Elena Camerone Psichiatra e psicoterapeuta

Concluso

ETICA DEL CONFLITTO E LOTTE FRATRICIDE

Razionale scientifico

Non entra nell’attualità del conflitto in Ucraina la lezione di Maurizio Bettini, ma risalendo alle radici semantiche della terminologia di guerra, ne analizza gli aspetti umani, sociali, antropologici.
Se “guerra” è parola di origine germanica (“Wirre”) che ne evoca la turbolenza e si impone nel Medioevo, risalire ai lemmi romani significa riscoprire un’etica del conflitto ormai dimenticata.
Non era con il termine latino “inimicus”, riferito piuttosto a un nemico personale, che i romani identificavano il nemico della res publica, bensì con la parola “hostis”, ovvero un pari, con il quale era lecito fare la guerra.
Sono le storie a ricordarcelo. Bettini ne racconta di emblematiche, tratte dall’epica greca, dalla mitologia romana, anche dalla memorialistica familiare.
L’Iliade, prima opera letteraria della tradizione occidentale, attribuita ad Omero, oltre i versi commoventi e gli episodi mitici è soprattutto una successione di scontri, crudelissimi, tra sangue grondante, ossa spezzate, midolli che biancheggiano. Il maggior valore per l’uomo greco, che
preferiva la bella morte in battaglia a una vita lunga e meschina. L’episodio dell’incontro tra Diomede e Glauco ne rivela lo spirito, ovvero nobilitare se stessi attraverso il riconoscimento del nemico.
Tanto che, per i romani, non tutti i popoli erano degni di essere combattuti: neppure lo meritavano i perduelles, ovvero i predoni, i briganti. Solo il bellum iustum era dichiarato con rigoroso rituale.
Quanto appare mitologica l’antichità! Neppure una dichiarazione di guerra è stata consegnata dalla Russia all’Ucraina.
È ancora una storia antica ad aiutarci a comprendere la contemporaneità: la guerra fratricida tra romani e albani. Uno scontro empio, vietato dagli dei dacché tra consanguinei, che richiedeva sacrifici preliminari. L’esito tragico, determinato dalla nota vicenda degli Orazi e dei Curiazi,
contaminò l’antica Roma di sangue fraterno. Una nebbia di impurità che ora ammorba anche l’Europa, scossa da una guerra tra popoli da sempre fratelli.

Programma

Lectio di Maurizio Bettini

E’ possibile seguire la lezione senza il rilascio dei crediti ECM.

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